Alki Zei - La fidanzata di Achille. Alki Zei. La fidanzata di Achille. L'eroe in lotta contro «i perigliosi varchi della Storia»Esiste una forte consonanza tra la letteratura neogreca e quella latino- americana: un retaggio del passato glorioso, una Storia contrassegnata dalla permanenza della dominazione straniera e, più recentamente, l'avvicendarsi di sanguinose dittature. Tutto questo concorre all'autoreferenzialità della letteratura neogreca del secondo Novecento e alla sedimentazione di un background di cui anche il cinema si è impossessato con il lavoro di alcuni importanti registi. X Informativa: Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più, consulta la cookie policy. Esperienza particolare e alquanto strana, dal punto di vista sessuale: ieri sono andato a trovare la mia ragazza, Beatrice, che abita a Brescia. Volevamo avere il nostro primo rapporto, visto che ci eravamo messi da poco. Alki Zei esordisce con La fidanzata di Achille, un lungo romanzo che descrive una Parigi, diversa dalle immagini della Ville lumière, aprendoci scorci di periferia urbana in cui si confrontano gli esuli, gli oppositori dei. Rieti, la donna trovata morta ha ingerito acido muriatico. L'autopsia lo conferma Resta il mistero dei segni di strangolamento sul collo e dei lividi sul corpo Amici e familiari non credono all'ipotesi suicidio. Amore, consapevolezza e rimpianto di un passato tanto glorioso quanto irrecuperabile. Tra gli autori greci che non si discostano da questo modello, nel 1. Alki Zei con La fidanzata di Achille, un lungo romanzo apparentato al filone ‘balcanico – picaresco’, che interessa quasi un trentennio. Storia che determina la sorte, scandisce anche i comportamenti erotici, plasma o offusca il bagliore degli uomini» (Marcheselli Loukas). Alki Zei ci descrive una Parigi, diversa dalle immagini della Ville lumière, aprendoci piuttosto scorci di quotidianità in quella dimensione di periferia urbana in cui si confrontano gli esuli, gli oppositori dei regimi dittatoriali, provenienti dall’Est, dai Paesi del Mediterraneo, da nazioni d'oltremare (Cile, l’Argentina..), con l’ambiguità del loro sguardo nostalgico, con cui rivisitano il passato, i luoghi dell’infanzia, la patria lontana. Questo contributo fa parte di un'articolata analisi che, insieme a Fausta Cialente, Hella Haasse, Gertrud Kolmar, Helga Schneider e Karin Boye Valeria Consoli allarga ad abbracciare alcune figure femminili significative della letteratura europea del Novecento. Pavlos Matesis Madre di cane(1), tenutosi a Milano nel 2. Donatella Bisutti aveva sostenuto che esiste una forte consonanza tra la letteratura neogreca e quella latino- americana (quella dei romanzi alla Gabriel Garcia Marquez, per intenderci), forse perchè entrambe queste due culture sono come ‘sospese a mezz’aria’: fra il mito, retaggio del passato glorioso dell’Ellade nonchè di quello ‘leggendario’ delle civiltà precolombiane, cui farebbe da contrappunto una realtà, spesso dolorosa e caotica, per ciò che ha come oggetto la Storia recente, contrassegnata dalla lunga permanenza sul rispettivo suolo della dominazione ottomana e dei conquistadores spagnoli e portoghesi. Il lungo avvicendarsi poi di sanguinose dittature – il più delle volte di destra – e di golpe militari, avallati dagli Stati Uniti quasi lungo tutto l’arco del Novecento, ha fatto il resto. E’ difficile in effetti riscontrare, almeno nell’ambito europeo, una letteratura più autoreferenziale sebbene non del tutto refrattaria alle sollecitazioni provenienti da altri contesti – della letteratura neogreca del secondo Novecento: i drammatici eventi, che dal 1. Grecia(3) - portano all’occupazione di Atene da parte degli Inglesi nel ’4.
La Ragazza Che Abita Di Fronte A WindsorLa Ragazza Che Abita Di Fronte In FranceseDove guardare quando viene giù il tuo mondo? a chi non ha prevenuto il crollo con misure antisismiche? alla storia che racconta centinaia di terremoti? alla sventura di essere lì dove la faglia si è spostata e la terra è. Guerra Civile nel ’4. Nazionalisti, spalleggiato dalla Monarchìa, e il disciolto Partito Comunista , decretato del tutto fuorilegge alla fine del conflitto, peraltro risoltosi con la vittoria dei Nazionalisti e la conseguente diaspora dei fuoriusciti, per lo più nei Paesi del ‘blocco comunista’; infine, dopo un lungo periodo di relativa bonaccia seguita alla ‘normalizzazione’, il Colpo di Stato dell’Aprile 1. Giunta militare’, che solo nel 1. Grecia, anticamente culla della Democrazìa, il ritorno definitivo alla libertà - hanno inciso profondamente le coscienze dell’intellighentia del Paese, favorendo così la sedimentazione di un background, che da questi fatti non può più prescindere e di cui anche il cinema si è impossessato, soprattutto a partire dalla fine degli Anni Sessanta: Z, l’orgia del potere di Costa – Gavras(4), La recita di Theo Anghelopulos(5) e Anni di pietra di Panthelis Voulgaris(6) sono solo alcuni esempi di questo amore, il più delle volte non disgiunto dalla consapevolezza e dal rimpianto di un passato tanto glorioso quanto irrecuperabile.(7)Certo non sono mancati, specie in quest’ultimo decennio, i cultori del ‘giallo’ (ambientato soprattutto nel Medioevo di Bisanzio)(8), ma anche in un’Atene multietnica e afosa dove personaggi come il Commissario Kostas Charitos - quasi un emulo del nostro Montalbano uscito dalla penna di Andrea Camilleri(9)- ha regalato al suo autore Petros Markaris una larga notorietà(1. Ioanna Karistiani con il suo lungo racconto L’isola dei gelsomini(1. Ziranna Zateli dalle trame magico – visionarie di E alla luce del sole ritornano(1. Maira Papathanassopoulou con il suo Giuda baciava da Dio.(1. E’ in questo contesto che Alki Zei(1. La fidanzata di Achille,(1. Storia patria. Apparentato nell’impianto al filone ‘balcanico – picaresco’, che da Nikos Kazanztakis, (Zorba Il Greco) porta a Panait Istrati(1. Kyra Kyralyna) e a Stratis Haviaràs, l’autore de L’età eroica,(1. Guerra Civile del ’4. Lucia Marcheselli Loukas, che ne è anche l’ottima traduttrice: «Come iniziare a scrivere, come terminare? Una narrazione meravigliosa, erotica, grandiosa». Pensi a quei romanzi cavallereschi con grandi amori, avventure, quando gli amanti si perdono di vista e si cercano percorrendo il mondo intero. Così certo anche Elena giunge agli estremi confini della terra per ricongiungersi con il suo mitico fidanzato. Solo che gli eroi di oggi non devono lottare contro draghi e fortezze turrite ma contro i perigliosi varchi della Storia che determina la sorte, scandisce anche i comportamenti erotici, plasma o offusca il bagliore degli uomini.(1. Il narrato si articola a due livelli: in terza persona, allorchè Elena, la protagonista, è in esilio a Parigi, dove assieme a un gruppo di connazionali (anche loro espatriati dopo il golpe) lavora per circa otto giorni come comparsa in un film di infimo ordine; quindi in prima persona, allorchè si lascia prendere dal filo dei ricordi – l’invasione nazista della Grecia nell’aprile del 1. Paese delle prime organizzazioni resistenziali dell’EAM(1. Achille’(il cui nome vero non rivelerà mai), il kapetanios, di cui diventa l’eterna fidanzata: così infatti d’ora in poi Elena – il cui nome reale è Dafne - verrà sempre ricordata da tutti, non solo ad Atene ma anche nell’Unione Sovietica, dove in veste di consorte legittima segue Achille dopo lo scioglimento e la messa fuori legge del Partito Comunista greco, dopo la nascita della piccola Dafnula, quindi – dopo il breve soggiorno in Grecia – nel suo esilio parigino, dove ormai disinnamorata di Achille, che nel frattempo è rientrato clandestinamente in patria, dove lo hanno nuovamente arrestato – medita ormai la separazione da quello che in realtà è per lei quasi un estraneo. L’incipit del narrato riecheggia quasi la cadenza di una scrittura filmica: IL TRENO E’ IN PARTENZA. ELENA STA IN PIEDI DAVANTI AL FINESTRINO e guarda fuori. Cioè deve stare in piedi e guardare. E’ la prima volta che viaggia in vagone letto. Porta una camicia da notte rosa con i pizzi. L’ha comprata alle svendite al supermercato. Le sue si sono scolorite a forza di lavarle alla lavanderia automatica del quartiere. Non si puà viaggiare in vagone letto con la camicia da notte scolorita! In piedi vicino a lei Evghenios. Il pigiama che porta gliel’ha prestato Manos, che è il doppio di lui. I pantaloni glieli ha adattati Elena con una spilla sul di dietro, ma la giacca gli balla addosso desolatamente.(2. Al ricordo della patria lontana – ma non irrimediabilmente perduta nel loro immaginario, che anzi serpeggia nel gruppetto composto da Elena, Panos, Evghenios (già compagni di battaglia durante la Guerra Civile) e dai più giovani Anna e Stefanos la speranza che la Giunta militare di Atene venga al più presto abbattuta – si affianca quello di Liza, la madre di Elena/Dafne, che tutti quanti – compresi i figli – chiamano sempre e soltanto ‘LIZA’(!): Liza, animosa, bella ed elegante, che dopo la morte in guerra del marito si arrabatta come può in un’Atene ormai occupata dagli Inglesi, facendo la corrispondente per una rivista di moda(2. Liza, che lascia sempre al suo passaggio un scìa di profumo Chanel n. Transiti’ , le carceri dove Elena subisce gli arresti nel corso della Guerra Civile; che dopo avere procurato un passaporto falso alla figlia e alla nipotina per l’espatrio a Parigi, riempie la loro valigia di bei vestiti, «perchè non si facessero commiserare»(2. Liza, che non avrà la gioia di assistere al ritorno della figlia in Grecia ed al ripristino della Democrazia, in quanto di lì a poco verrà stroncata da un male incurabile. Il tema dell’esilio, vecchio quanto il mondo, si connota nel corso di quasi tutto lo scorso secolo – pur non mancando in altre epoche le fughe di massa, specie nell’ambito della diaspora ebraica e dei pogrom - per l’apporto indiscriminato e non elitario (come poteva essere nel Risorgimento) di numerosi oppositori di vari regimi dittatoriali, provenienti sia dall’Est europeo sia da alcuni dei Paesi del Mediterraneo, quando non da nazioni oltremare come il Cile e l’Argentina(2. Già due grandi figure di intellettuali del Novecento – la spagnola Maria Zambrano, pensatrice e filosofa allieva di Ortega y Gasset e la russa Marina Cvetaeva, poetessa e scrittrice dal genio non comune – avevano espresso l’ambiguità, che spesso causa la condizione dell’esule: Maria Zambrano, vissuta per un lungo periodo a Roma insieme alla sorella Araceli(2. Marina Cvetaeva, che pure aveva in larga misura condiviso le sorti dei diversi nobili russi espatriati dopo la Rivoluzione di Ottobre, mentre a Praga riesce in qualche modo a contenere la nostalgìa per la Russia (anche a causa della contiguità dell’anima slava) si sente ‘doppiamente’ esule a Parigi: quasi una sradicata, in quanto non solo le manca la patria lontana ma non riesce ad integrarsi nemmeno nella pur numerosa comunità di compatrioti presente nella capitale francese, di cui non sopporta il provincialismo e certi aspetti del carattere.
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December 2016
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